I capi di abbigliamento e gli altri prodotti tessili che compriamo sono il risultato finale di un lungo processo industriale che trasforma la materia prima (naturale o artificiale) dandole forme e caratteristiche nuove.
Al centro di questa filiera troviamo le imprese di nobilitazione, finissaggio e candeggio, che agiscono sulle proprietà fisiche e chimiche di un tessuto per renderlo adatto ai bisogni del mercato e dell’utilizzatore finale.
Grazie all’azione di particolari macchinari e sostanze, è possibile intervenire su vari fattori, come il colore, la resistenza a determinate sollecitazioni (luce, strappi, sudore, …) e la capacità di respingere sporco e acqua.
È anche possibile intervenire sulla superficie del tessuto per modificarne vari aspetti: specie per i capi d’abbigliamento le sensazioni tattili sono un fattore molto importante, rendendoli piacevoli da indossare e trasmettendo un’impressione di qualità anche agli osservatori.
Il grado di morbidezza e la cura della peluria sono tutti aspetti su cui si può intervenire attraverso il processo di nobilitazione, valutando di volta in volta l’azione più adatta.
Per esempio, su alcuni capi si vorrà ridurre il più possibile la peluria, per evitare fastidi e intralci, renderli più semplici da lavare e da asciugare, e dare un aspetto più ordinato: in questa situazione interviene il bruciapelo.
Il bruciapelo è un macchinario dotato di una serie di cilindri che fanno scorrere continuamente il tessuto che si vuole trattare e lo fanno passare di fronte a una fiamma: la sua posizione e la velocità di scorrimento sono studiate apposta per far sì che il fuoco bruci tutta la peluria superflua senza danneggiare il resto delle fibre o lasciare tracce di fuliggine.
Tuttavia, la peluria non deve essere pensata come un difetto di per sé: alcuni capi di abbigliamento e prodotti tessili acquisiscono valore proprio grazie a essa, a condizione ovviamente che sia stata propriamente trattata.
Ad esempio, la garzatura punta proprio a creare questa peluria attraverso un’azione meccanica che estrae e strappa le fibre, formando uno strato morbido e vellutato richiesto da fustagni, flanelle e plaid.
A seguito della garzatura si può anche effettuare la cimatura, che impiega delle particolari lame per uniformare lo strato della peluria oppure per ottenere particolari motivi: quest’ultimo effetto viene raggiunto impiegando un apposito cilindro che comprime alcune zone della superficie, così che le lame rimuovono la peluria dal resto della superficie e si ottiene un effetto ‘a rilievo’ nell’area rimasta intoccata.
Parlando invece di morbidezza al tatto ci sono diversi approcci per ottenere effetti satinati, molto piacevoli e al contempo pregiati alla vista.
Con la calandratura si agisce in modo combinato con pressione e temperatura per alterare la forma delle fibre, assottigliando il tessuto e rendendolo più lucido.
Nel caso del cotone, questo stesso risultato viene ottenuto con un processo differente, chiamato mercerizzo, che impiega bagni di soda caustica per modificare i legami tra le fibre ampliandone la superficie.
Con l’intenzione di soddisfare sempre le esigenze del mercato tessile, Texcene propone questi e tanti altri trattamenti per valorizzare la qualità di tessuti e filati: contattaci per saperne di più.