L’attenzione del mercato alla sostenibilità dei prodotti acquistati abbraccia anche il tessile, una filiera che comprende molte aziende e altrettanti tipi di processi produttivi, e che richiede un uso attento delle risorse e la cura del proprio impatto sull’ambiente.
Uno dei temi caldi per l’industria tessile è il riciclo, che rappresenta una sfida sia come modello di business, sia come tecnologia.
Da una parte, infatti, c’è la necessità in primo luogo di diminuire la quantità di scarti post-consumo e questo significa promuovere uno slow fashion, in opposizione a una moda che impone il continuo cambio di trend e quindi la rapida caduta in disuso dei capi ormai ‘obsoleti’ dal punto di vista estetico.
La sfida tecnologica invece riguarda la rigenerazione delle fibre, ovvero la possibilità di riutilizzare il tessuto, sia quello che ha vissuto il suo ciclo vitale (post-consumo, come descritto sopra), sia quello dagli scarti in lavorazione, che comprende i ritagli dai rotoli e i lotti giudicati difettosi (pre-consumo).
Tutto il settore si impegna nel riciclo delle fibre tessili e investe nello sviluppo di nuove tecnologie, e l’Italia è in prima linea in questa battaglia, forte della sua solida tradizione in questa industria, delle numerose realtà produttive coinvolte, del suo impatto sulla moda internazionale, delle sue filiere consolidate e controllate, e della creatività tipica degli italiani.
Il recupero, la lavorazione e la re-immissione nel mercato di fibre rigenerate, anche nobili, permette di creare un sistema di economia circolare della moda dal valore di 25 miliardi di euro, capace di ridurre l’impatto ambientale del comparto tessile e riscuotere il sostegno dei consumatori, sempre più attenti ai temi della sostenibilità e all’impegno delle imprese sul fronte della responsabilità.
Per dimostrare l’impegno della filiera tessile, esiste la certificazione GRS, Global Recycle Standard, che indica le best practice per il riciclo dei tessuti e attesta che i processi impiegati rispettano i criteri descritti; è anche utile l’implementazione di un sistema di tracciabilità che aiuta a identificare i prodotti rigenerati e dimostra al consumatore la sua origine.
Texcene, da sempre attenta all’impatto ambientale della sua attività di nobilitazione, finissaggio e candeggio tessile, ha ottenuto la certificazione GRS, che si affianca ai suoi altri impegni di responsabilità e sostenibilità dimostrati dalle certificazioni GOTS e OEKO-TEX Standard 100, e dalla campagna Detox di Greenpeace.
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