La trasformazione digitale nella filiera tessile permette di introdurre nuove tecnologie per efficientare diversi aspetti di queste realtà produttive: pur essendo un settore che rimarrà sempre essenzialmente manifatturiero, ci sono ancora importanti margini di miglioramento per diminuire i costi, aumentare la produzione, incrementare la sicurezza e aumentare la soddisfazione di collaboratori e clienti.
Fare quindi un punto sul grado di adeguamento di queste aziende alle tecnologie 4.0 è importante per delimitare le criticità e le aree di intervento, sostenere la crescita del settore con incentivi e altre iniziative, e rendere il digitale più accessibile.
Al fianco di progetti innovativi come la blockchain tessile, è stato condotto uno studio sul sistema delle PMI della manifattura toscana (163 imprese situate nelle province di Firenze, Prato e Pistoia), i cui risultati possono fungere da termometro per il resto del sistema tessile italiano.
Obiettivo della ricerca è quello di valutare il grado di avanzamento tecnologico delle industrie del settore attraverso appositi questionari, strutturati per evidenziare quali strumenti digitali sono già stati adottati, quali si programma di introdurre nel prossimo futuro e quali non sono previsti nei piani dell’azienda.
I ricercatori hanno definito una scala da 1 a 6 che rappresenta il grado di avanzamento verso l’industria 4.0: le aziende prese in esame hanno raggiunto un valore medio di 2,49, che indica che la trasformazione digitale è iniziata, ma è ancora in una fase transitoria.
L’approccio degli imprenditori è ancora timido, complice una cultura imprenditoriale e organizzativa tutt’ora immatura: i progetti pilota ci sono, ma finora sono pochi i casi che hanno cambiato effettivamente l’orientamento strategico dell’azienda.
Per esempio, il 25% degli imprenditori non mappa i processi della propria azienda, mentre solo il 30% svolge quest’attività con consapevolezza, integrando i dati in ottica di ottimizzazione.
Anche altri strumenti di gestione aziendale faticano a prendere piede.
Il 33% degli imprenditori non ha familiarità con il concetto di business model e ricorre perciò ad approcci informali, che portano a strategie reattive di breve periodo sulla base degli sviluppi operativi; a questo numero si contrappone un altro 33% di imprese che impiega il digitale per definire le sue strategie.
Molte aziende non tengono traccia delle loro iniziative di marketing passate per creare uno storico (69%) o hanno un reparto di Ricerca&Sviluppo interno (60%), limitando così le proprie possibilità di crescita e di distinzione sul mercato.
Emerge così un quadro di transizione, con alcune imprese sono già sulla buona strada e fiduciose nel digitale, mentre altre esitano e devono sviluppare mentalità e competenze per mettere in discussione i modelli tradizionali e accettare nuovi strumenti.
Dal 1981 Texcene opera nel settore della nobilitazione e del finissaggio tessile, evolvendo costantemente la propria attività con sistemi sempre più performanti, la centralizzazione del controllo dei processi, l’impiego di impianti per la generazione energetica indipendente, il riciclo delle risorse e l’abbattimento delle emissioni, e la ricerca effettuata nel nostro laboratorio.
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