L’emergenza coronavirus e le sue conseguenze sull’economia hanno portato l’Unione Europea a riflettere su come ristrutturare il proprio sistema economico per renderlo più resiliente ed efficiente, evitando così nuovi momenti di crisi nel futuro.
Una degli aspetti centrali emersi nel corso della discussione è il ruolo della Green Economy: l’enfasi sul riciclaggio, la strutturazione e la consolidazione di filiere circolari e l’impiego di energie rinnovabili sono alcuni dei punti su cui si dovrà concentrare l’Europa nei prossimi anni, non solo per riprendersi dal coronavirus, ma anche per creare valore per le aziende, i consumatori e l’ambiente.
Il settore tessile è una delle aree produttive più attente a questi temi perché deve prendere atto dei potenziali danni ambientali che causerebbe altrimenti: la necessità di utilizzare grandi quantità d’acqua, di prodotti chimici e di energia richiede una costante attività di vigilanza e l’implementazione di misure per minimizzare l’impatto legato alla propria attività e al contempo garantire la qualità del prodotto finale e la velocità dei processi.
Mentre scienziati di tutto il mondo stanno studiando soluzioni per ridurre i consumi idrici ed energetici, e sviluppare reagenti sempre più ecologici, le aziende del settore tessile si stanno già impegnando concretamente con gli strumenti a propria disposizione.
Texcene fa ampio uso delle energie rinnovabili per alimentare il proprio stabilimento di 20mila metri quadri: utilizziamo l’energia solare grazie a pannelli fotovoltaici da 980 KWh e impieghiamo un impianto di cogenerazione a metano per produzione energia elettrica da 2 MWh ed energia termica per 0,85 MWh.
Il nostro impianto sorge a Cene, dove scorre il fiume Serio, un corso d’acqua di 124 chilometri che attraversa la Lombardia: vista quest’importante presenza idrica, Texcene la utilizza da una parte per alimentare lo stabilimento grazie a una centrale idroelettrica da 450 KWh, dall’altra per i suoi processi produttivi.
Questo però significa anche prestare una grande attenzione a minimizzare il proprio impatto sull’ambiente circostante, che si concretizza in due modi: un’attenta selezione delle sostanze impiegate nella nobilitazione, finissaggio e candeggio dei tessuti in accordo con la campagna Detox di Greenpeace, e l’installazione di impianti depuratori.
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