La campagna Detox di Greenpeace è stata lanciata nel 2011 con l’obiettivo di rendere il settore tessile più ecologico: una sfida di proporzioni non indifferenti, visto che è uno dei maggiori responsabili del consumo idrico nel mondo e numerosi processi di trattamento dei tessuti richiedono l’impiego di sostanze chimiche, come la tintura e il candeggio.
Tuttavia, le opzioni con un basso impatto ambientale ci sono, così come i sistemi per massimizzare il riutilizzo dell’acqua: insomma, una moda green è possibile ed è imperativo diffondere questa consapevolezza a quanti più attori possibili su tutta la filiera.
Sono state così più di 80 aziende, tra cui Texcene, a aderire alla campagna Detox di Greenpeace, avviando un processo di eliminazione delle sostanze più pericolose e di ottimizzazione dei propri processi produttivi con l’obiettivo di ridurre il più possibile il loro impatto ambientale.
In virtù di questo impegno, Texcene ha istituito severi protocolli di controllo e monitoraggio dei suoi trattamenti per assicurare che non venga impiegato nessuno degli 11 gruppi di sostanze chimiche individuate dalla nostra M-RSL, e ha adottato diverse soluzioni ecosostenibili, tra cui un impianto di riciclaggio dell’acqua, pannelli solari per la generazione di energia pulita e sistemi di recupero del calore.
Intanto, la campagna Detox continua la sua lotta per una moda più ecosostenibile e il 2020 sarà l’anno cruciale per raggiungere uno degli obiettivi prefissati: la completa eliminazione dei PFC, fluorocarburi, di origine sintetica, giudicati potenzialmente cancerogeni.
Questa sostanza non è pericolosa nei vestiti che utilizziamo, ma è il suo rilascio nell’ambiente, a seguito dei trattamenti in cui viene impiegato e allo smaltimento dei prodotti che lo contengono, il vero problema.
E’ così che veniamo a contatto con il PFC, che può essere assorbito dal nostro organismo e essere smaltito dopo non meno di 4 anni, che possono facilmente diventare anche 8.
La campagna Detox prevede un programma più ampio di sensibilizzazione e responsabilizzazione dell’industria della moda: il fast-fashion è un trend molto pericoloso a livello sia sociale che ambientale, e porta a un circolo vizioso di produzione e di scarto continuo, con un enorme consumo di risorse e un’alta generazione di inquinamento.
È quindi imperativo ripensare il sistema della moda in ottica di maggiore sostenibilità, incoraggiando la trasparenza sui propri processi produttivi da parte di tutta la filiera.
Per sostenere questo proposito, Texcene mantiene il massimo impegno nel monitoraggio della sua attività, condividendo pubblicamente i suoi progressi e i rapporti delle analisi, e adeguandosi all’evoluzione degli obiettivi della campagna Detox.
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