La Capitale Italiana della Cultura
La Capitale Italiana della Cultura è un'iniziativa istituita nel 2014 dall’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali (ora Ministero della cultura), presieduto all’epoca dal Ministro Dario Franceschini.
L’iniziativa, volta a valorizzare la ricchezza culturale del paese, consiste nella scelta di una città come Capitale Italiana della Cultura che, per un intero anno, ha l'opportunità di promuovere la sua identità culturale, le sue tradizioni e la sua storia attraverso una serie di eventi e iniziative culturali.
La scelta della città viene effettuata tramite un bando pubblico aperto a tutte le città italiane. Il bando chiede ai partecipanti di presentare un progetto che metta in luce la loro identità culturale e dimostri il loro impegno per la promozione della cultura.
Bergamo Brescia Capitale della Cultura
Per il 2023, per la prima volta nella sua storia, due città sono designate come UNA SOLA capitale. Sono infatti le città di Bergamo e Brescia ad essere congiuntamente le capitali italiane della cultura del 2023. Nelle parole del Ministro Franceschini si scorgono due motivazioni.
La prima, tecnica, dove è stato il progetto a prevalere. Il concetto di città illuminata, al quale si collegano quattro aree tematiche protagoniste del palinsesto culturale del 2023. La seconda, sociale, motivata al fine di promuovere il rilancio socio-economico e culturale dell'area più colpita dalla pandemia.
Queste le parole del Ministro Franceschini (era il 2 marzo 2022) che raccontano il perché della scelta.
“L’esempio, la motivazione e la forza che hanno dato Bergamo e Brescia nei giorni terribili della pandemia hanno fatto capire che la decisione di rendere queste città ‘Capitali della cultura’ non era solo un gesto di solidarietà verso quelle popolazioni, che hanno così sofferto, ma era anche la certezza assoluta che Bergamo e Brescia avrebbe (nel testo originale è proprio scritto al singolare, per rimarcare il concetto di UNA Capitale) creato un progetto innovativo e di ripartenza di cui abbiamo fortemente bisogno".
La città illuminata
Il tema portante, in fase progettuale, è stato declinato su quattro macro-aree tematiche che articolano ed approfondiscono la visione della «città illuminata». Aree tematiche che verranno esplorate grazie alla ricca rassegna di iniziative ed eventi.
-La cultura come cura, come strumento di prevenzione e socializzazione. La cultura influenza il benessere delle persone, crea processi di inclusione e accoglienza, costruisce relazioni nella comunità.
-La città natura, che ridisegna le relazioni tra insediamenti umani, forme di consumo, sistemi di trasporto, attività produttive e uso delle risorse in chiave sostenibile.
-La città dei tesori nascosti, un percorso volto a valorizzare monumenti storici e complessi archeologici come anche sentieri e strade che “escono” dalla città costituendo un nuovo patrimonio paesaggistico congiunto alla metropoli.
La città che inventa, che lavora, che produce, che qualifica il territorio valorizzando i talenti e le migliori pratiche di innovazione.
Per conoscere in dettaglio gli eventi e le iniziative di “Bergamo Brescia Capitale della Cultura” si rimanda alla sezione dedicata del sito istituzionale.
Bergamo e il Caravaggio
Cecco del Caravaggio. Cacciata dei mercanti dal Tempio, 1610
Nonostante il forte richiamo a due città ma una capitale, ci sia permessa una nota a margine su Bergamo e sul territorio bergamasco.
Il tema della città illuminata introduce, come è ovvio, il tema della luce contrapposto alla sua assenza: il buio.
E il maestro indiscusso nel trattamento di luce e buio, in pittura, è senz’altro il Caravaggio.
Nella pittura del Merisi, possiamo infatti notare come la luce e il buio, non entrano in competizione tra di loro ma si completano, esaltandosi l’un l’altra. Parliamo del Caravaggio in occasione di Bergamo Brescia 2023 perché l’Accademia Carrara di Bergamo ha l’onore (e l’onere) di presentare, in anteprima mondiale, la prima mostra mai dedicata ad uno dei suoi più talentuosi allievi: Cecco del Caravaggio, nato Francesco Boneri (e spesso menzionato come il Caravaggino).
Noto per le sue opere drammatiche e intense, il Boneri fu sia un allievo del Merisi che anche uno dei suoi modelli preferiti.
Particolare del “San Giovanni Battista” di Caravaggio, 1602. Il modello è Francesco Boneri, detto Cecco del Caravaggio.
Col Maestro, il Caravaggino, condivise il suo stile audace e innovativo caratterizzato da un'illuminazione intensa e drammatica che crea un forte contrasto tra luci e ombre. Emblematico, in questo senso, la Cacciata dei mercanti dal Tempio, del 1610, dove il taglio trasversale della luce ricorda da vicino la Vocazione di San Matteo.
Caravaggio. Vocazione di San Matteo, 1599-1600
Pur essendo un pittore talentuoso, Cecco del Caravaggio non ha mai avuto il successo che ha ottenuto il suo maestro. Probabilmente perché nessuna delle sue opere è firmata e rimane quindi difficile una valutazione complessiva.
I quadri che gli sono attribuiti, come la Cacciata dei mercanti dal tempio, o la Resurrezione di Gesù mostrano uno stile facilmente riconoscibile che richiama in maniera evidente il modo di trattare la luce propria del maestro.
L’augurio è che, grazie alla prima mostra mondiale ospitata a Bergamo, si riuscirà ad accendere un riflettore su un’artista del nostro territorio che meriterebbe più considerazione per le sue straordinarie opere, tuttavia, non ancora valorizzate.