Trasformazione digitale significa adottare tecnologie e approcci digitali per introdurre nuovi processi ed efficientare quelli già esistenti, nell’ottica di potenziare la generazione del valore e mantenere competitiva l’impresa sul mercato.
Il termine digitale non sembra mischiarsi bene con le attività più tradizionali che caratterizzano fortemente il sistema imprenditoriale italiano, ma in realtà sempre più filiere manifatturiere hanno intrapreso percorsi di digitalizzazione a supporto della loro esperienza e know-how, per mantenere alta la qualità del Made In Italy e al contempo competere sul prezzo con la produzione straniera.
Negli anni passati, il tessile ha sofferto molto della concorrenza estera a tutti i livelli della filiera, ma oggi i segnali sono decisamente più incoraggianti: le oltre 66mila aziende del TMA (tessile-moda-accessorio) con i loro 580mila addetti hanno raggiunto nel 2018 i 95,5 miliardi di euro con un tasso di crescita del 0,7% e un peso delle esportazioni pari al 70%.
Parte del merito è proprio da imputarsi alla trasformazione digitale e al momento di ‘autocritica’ che l’ha accompagnato: se prima il predominio del Made In Italy era considerato indiscutibile e la domanda del mercato richiedeva collezioni omogenee, è stato necessario rendersi conto dei cambiamenti del mercato e spostarsi su modelli più flessibili ed efficienti.
Il settore della moda è infatti diventato sempre più volatile per via dell’alternanza delle collezioni più rapida (il cosiddetto fast fashion) e quindi richiede alle imprese della filiera tempi rapidi e prodotti diversificati, mantenendo alta la qualità della lavorazione.
Oltre che per l’impossibilità logistica di gestire tutto internamente, un marchio esternalizza le diverse fasi rivolgendosi ad attori specializzati in un singolo momento del processo produttivo per sfruttare la competenza e l’esperienza, e sommarle in un prodotto d’eccellenza.
La trasformazione digitale aiuta a gestire questi ritmi più serrati senza sacrificare la qualità: per esempio architetture che fanno dialogare i sistemi di manifattura (MES, Manufacturing Execution System) e di gestione (ERP, Enterprise Resource Planning) permettono di aumentare significativamente l’efficienza, così da ottenere una produzione più eterogenea, gestire commesse più numerose e più ampie, e al contempo abbattere i costi e quindi i prezzi finali, riconquistando la competitività delle aziende italiane.
Allo stesso tempo, le innovazioni digitali e tecnologiche aiutano anche sul tema della sostenibilità ambientale tenendo traccia dei processi, così da confrontarli con i requisiti di organizzazioni nazionali e internazionali: in questo modo si può certificare la qualità del prodotto finale, sia per rispettare le normative vigenti ed evitare multe, sia per proteggere l’ambiente, sia per rispondere alla maggiore attenzione su responsabilità sociale ed ecologica sviluppata dai clienti finali.
Le imprese italiane forniscono così un valore aggiunto determinante nel settore della moda, riconquistando la capacità di leggere il mercato e di soddisfarne i bisogni, e riportando in Italia il focus produttivo.
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