La tintura tessile e gli altri trattamenti di finissaggio sono molto importanti per il settore della moda e dell’abbigliamento: la qualità del Made in Italy parte dalla sua materia prima, da tessuti brillanti, colorati, soffici al tatto e resistenti nel tempo.
Queste caratteristiche sono frutto di processi industriali di nobilitazione, che per loro natura devono utilizzare sostanze chimiche e grandi quantitativi di acqua: molte normative sono imposte per assicurare che tutte queste operazioni vengano svolte nella maniera più ecosostenibile possibile.
L’uso di sostanze e processi a basso impatto ambientale non è solo una questione di rispetto delle leggi vigenti, ma è soprattutto un atto di responsabilità verso le persone, il territorio e tutto il mondo.
Tra tutti i trattamenti di nobilitazione tessile, la tintura è quello che comporta il maggior consumo d’acqua: se l’intero settore tessile utilizza 9 trilioni (9 miliardi di miliardi!) di litri d’acqua, la tintura ne è responsabile per 6.
Ci sono due modi per rendere il processo di tintura tessile più ecosostenibile.
Da una parte, troviamo la scelta dei coloranti: la maggior parte sono di origine sintetica, vista la migliore resa sui tessuti, l’infinità di colori sintetizzabili e l’affinità con le fibre artificiali come il nylon. Sintetico però non significa per forza inquinante: l’industria ha fatto passi da gigante nell’individuare le sostanze più pericolose e trovare alternative più sostenibili.
Texcene, ad esempio, ha aderito alla Campagna Detox di Greenpeace per eliminare dal settore tessile e della moda le sostanze pericolose: in accordo con l’impegno preso nel luglio 2017, l’azienda ha rivoluzionato processi e prodotti chimici, monitorando attentamente con analisi chimiche periodiche ogni possibile e imprevista deviazione così da intraprendere eventuali azioni correttive e mantenere gli standard desiderati.
Varie imprese stanno cercando soluzioni alternative ai tradizionali coloranti: pigmenti da materiali naturali di scarto come gusci di frutta secca; coloranti neri senza metalli pesanti; dispersione del colorante mediante aria e non acqua; utilizzo di anidride carbonica pressurizzata per dissolvere tinte naturali… Molte di queste tecnologie sono ancora sperimentali o comunque presentano costi e limitazioni che le rendono difficili da adottare su larga scala.
L’altra faccia della medaglia sono i processi di nobilitazione: la loro ottimizzazione e l’utilizzo dei migliori macchinari aiuta a ridurre i consumi d’acqua e la necessità di colorante; sistemi di filtraggio e depurazione permettono di reimmettere l’acqua nell’ambiente senza rischi; impianti per la produzione energetica da fonti rinnovabili diminuiscono le emissioni necessarie ad alimentare i macchinari industriali.
Tutti questi accorgimenti sono implementati nei processi di ogni giorno di Texcene: lo stabilimento di oltre 20mila metri quadri è alimentato da una centrale idroelettrica, da pannelli fotovoltaici e da un impianto di cogenerazione a metano che produce energia sia elettrica che termica; i recuperatori di calore diminuiscono i consumi, mentre gli impianti di abbattimento di fumi e i depuratori limitano l’impatto ambientale dei nostri processi di nobilitazione tessile.
Con ogni nostro trattamento di tintura, dimostriamo che la qualità della nobilitazione e il rispetto dell’ambiente sono obiettivi che vanno di pari passo, ottenendo risultati d’eccellenza ed ecosostenibili. Scopri di più contattandoci.