L’attività di nobilitazione e finissaggio tessile si basa in gran parte su colore e tintura: queste, però, sono caratteristiche non assolute, poiché sono legate a un atto di percezione soggettiva che può essere alterato da fattori come la presenza di altri colori nel campo visivo, il tipo di illuminazione, l’angolo di osservazione e la natura delle superfici. In questo settore produttivo è perciò fondamentale essere in grado di effettuare una valutazione oggettiva del colore, in particolar modo in termini di ‘differenze’ per evitare che un lotto che è stato richiesto con una determinata tintura rispetta effettivamente la richiesta oppure sono presenti differenze, sia sulla sua totalità che tra un capo e l’altro; è inoltre il criterio di valutazione utilizzato per le prove di stingimento e di resistenza del colore. La soluzione più ovvia è affidarsi a strumenti, come colorimetri e spettrofotometri, che sono in grado di restituire una misurazione oggettiva del colore, che può essere riprodotta in presenza della medesima geometria del campione e dello stesso illuminante; per geometria del campione si intende l’angolo con cui si effettua la misurazione, tipicamente di 0°, 8° (il più utilizzato) e 45°. È anche possibile effettuare la prova a illuminazione diffusa totale ottenuta dal flash di una lampada all’interno di una sfera. Gli illuminanti utilizzati in ambito tessile sono standardizzati, con l’adozione diffusa di quelli che riproducono la luce diurna o quella fluorescente. Per quanto nel complesso questi dispositivi risolvano il problema, in casi specifici troviamo ancora dei margini da colmare: ad esempio, è difficile ottenere una lettura chiara di piccole porzioni (ad esempio, su tessuti stampati) o su superfici particolarmente irregolari di alcuni tipi di filati. In questi casi ritorna in gioco il parere umano, affidato a esperti specializzati sul colore. La valutazione visiva deve essere effettuata in particolari cabine di valutazione, che permettono di controllare l’illuminazione e quindi di riprodurre condizioni standardizzate e ripetibili per l’osservazione delle provette, affiancate e inclinate di 45°, che vengono indicate con un dato numerico ricavato dal confronto con questi campioni e una scala di grigi studiata per la degradazione del colore. Similmente a quanto accade per il colore, è necessaria anche una valutazione sul grado di bianco nelle operazioni di candeggio, offrendo le stesse due opzioni: l’uso di strumenti oggettivi oppure una valutazione soggettiva effettuata in condizioni standardizzate; per quest’ultima esistono due formule, quella prevista dalla norma UNI EN ISO 105 J02 e quella sulla formula di Ganz – Griesser rivolta per lo più ai bianchi risultanti dai candeggi. In un solo stabilimento, Texcene effettua una grande varietà di operazioni di nobilitazione, finissaggio e candeggio: sia per quanto riguarda i colori che per quanto riguarda i bianchi, effettuiamo attente misurazioni e verifiche per garantire al cliente un risultato impeccabile e perfettamente in linea con le aspettative. Scopri di più contattandoci.