Le tinture tessili sono nate come naturali, con bagni di colore preparati con sostanze ricavate da piante e da animali, e hanno continuato ad essere tali fino al 1856, con il primo brevetto di un colorante sintetico: il malva di Perkin aveva proprietà tali che era possibile legarlo bene alla seta per ottenere una colorazione durevole e stabile. Da qui in poi si è iniziata a sviluppare l’industria dei coloranti sintetici, complice la spinta della seconda rivoluzione industriale: ad oggi abbiamo decine di migliaia di colori sintetici a disposizione per la nobilitazione dei prodotti tessili, con netti vantaggi rispetto a quelli naturali. Queste sostanze (in polvere, in pezzi, in cristalli o in pasta) vantano proprietà ideali per colorare i tessuti, con ottimi risultati in termini di tonalità di colore, solidità, potere coprente e costi. Ogni colorante è individuato da un nome commerciale, da un numero e da una sigla che, combinati, permettono di identificare con precisione colore, sfumatura ed effetti particolari. Questa classificazione è fondamentale per i processi di nobilitazione e di finissaggio, garantendo unicità (una coppia di sigla e numero sarà associata sempre a quel colore) e replicabilità, aspetto chiave per un processo industriale ripetuto su grandi quantità di tessuto. I coloranti vengono divisi in acidi per lana e seta, basici per fibre sintetiche, dispersi per fibre artificiali di cellulosa, per poliammidi e per poliesteri, per cotone, reattivi, al tino, allo zolfo e al cromo; a loro volta vengono ricondotti a metodi di applicazione diretti (bagni di colore), indiretti (per riduzione, con un processo a due fasi di fissaggio e trasformazione), a mordente (con utilizzo di sali metallici per creare una lacca) o a solvente (coloranti disciolti non in acqua, ma in solventi). Con questa grande varietà di colori, di tipologie e di metodi di applicazione, è importante tenere sempre traccia delle opzioni a disposizione per i trattamenti di nobilitazione e di finissaggio, per fornire una soluzione pronta ad ogni richiesta e per studiare nuove forme di ottimizzazione e di personalizzazione a beneficio del cliente. Per questo motivo, negli edifici che ospitano la sede di Texcene è presente un laboratorio di ricerca e di ricettazione all’avanguardia, per offrire un servizio completo in ambito di nobilitazione e finissaggio di tessuti per conto terzi. Se i macchinari sono i cuori pulsanti di una tintoria, il laboratorio ne è il cervello: con il supporto di apparecchiature avanzate vengono ricercati, preparati e ricettati coloranti dalle tonalità cromatiche e dalle caratteristiche fisiche più adatte alle esigenze del cliente. Un database tiene traccia di tutte le formulazioni ed i trattamenti eseguiti, in modo da archiviarli per poi essere richiamati per raffronto o per ripetizione. Quest’ultimo aspetto è fondamentale lavorando nel B2B, in modo da poter offrire al cliente risultati coerenti per, ad esempio, una certa linea di abiti con colori e caratteristiche costanti. Il laboratorio di Texcene conduce anche test (quali prove di lavaggio, luce, sfregamento, di ripetibilità colore e di qualità finale del prodotto) e studi per soluzioni di colorazione ecosostenibili. Per sapere di più sui risultati ottenibili affidandosi a Texcene per la nobilitazione e il finissaggio dei tessuti, contattateci.