Il tessile e l’ambiente: cosa si può fare
Quello del Tessile è un settore di spicco per l’Italia, caratterizzato da una nobile e lunga storia che continua tutt’oggi, con il conseguente rilievo economico per il Bel Paese: il Tessile-Abbigliamento (TA) rappresenta il terzo settore manifatturiero nazionale, con 450.000 addetti e suddivise tra 50.000 aziende che portano il 10% del Valore Aggiunto del Manifatturiero Italiano. Vista la sua importanza economica, la sua ampia diffusione in Italia e la fama del sigillo Made In Italy in tutto il mondo, viene riservata una grande attenzione dal punto di vista della sostenibilità ambientale: i processi legati a quest’industria, infatti, richiedono un forte impiego di prodotti chimici per sottoporre i vari tessuti ai trattamenti che li renderanno degni dell’alta qualità italiana. Finissaggio e nobilitazione dei tessuti è un insieme di processi che permettono di creare capi tessili con proprietà pregiate e pratiche, come elasticità, resistenza, morbidezza, traspirazione e colorazione, con relativa capacità di tenuta nel corso del tempo e sottoposta a differenti condizioni fisiche e ambientali. Questi processi sono caratterizzati da alte richieste di risorse, quali elettricità e, soprattutto, acqua: quest’ultima, entrando a contatto con prodotti chimici rischia una contaminazione a forte impatto ambientale, considerando le elevatissime quantità di questo liquido richieste per il finissaggio e la nobilitazione, in particolare tintura, stampa, finissaggio e candeggio. Il Tessile-Abbigliamento infatti è la sesta attività produttiva per emissioni di gas serra (10% del totale) imputabili al consumo di 1,074 milioni di kWh di elettricità, 132 milioni di tonnellate di carbone, 6-9 miliardi di litri di acqua e 6 milioni di tonnellate di prodotti chimici nel 2011. Dalla raccolta di questi dati allarmanti sono passati 7 anni, un periodo in cui sempre più aziende e realtà del settore si sono fatte carico delle loro responsabilità nei confronti dell’ambiente, del benessere collettivo e del futuro del pianeta e dei suoi abitanti: per quanto altisonante, è un obiettivo concretamente realizzabile, a patto di agire; ogni impegno, per quanto minimo, sommato agli altri può fare la differenza. Le industrie di nobilitazione e di finissaggio di tessuti devono mirare alla sostenibilità ecologica, con scelte per minimizzare gli effetti sull’ambiente che abbiamo sopracitato: contenere i consumi, curare i processi e trovare soluzioni alternative. Per raggiungere questo scopo, è necessario limitare la concentrazione delle sostanze pericolose o, ancora meglio, trovare alternative più pulite per raggiungere gli scopi di nobilitazione e finissaggio senza fare compromessi con la qualità del prodotto finale. L’altra importante responsabilità da assumersi è quella inerente ai consumi energetici: trovare modi per limitarli e, ancora meglio, utilizzare fonti d’energia rinnovabili. Questa via, peraltro, presenta anche vantaggi economici rilevanti, perciò è doppiamente importante intraprenderla. Si tratta quindi di prendere consapevolezza di cosa può causare quest’industria e di cosa si può fare concretamente per evitarlo, un radicale cambiamento di cultura e modello produttivo per il benessere collettivo. In quest'ambito, Texcene si è già allineata a questa mentalità, con l’adesione all’impegno DETOX per l’eliminazione di sostante pericolose dai processi tessili e con tecnologie per la produzione energetica rinnovabile e la limitazione dell’impatto ambientale, quali centrale idroelettrica, pannelli fotovoltaici, impianto di cogenerazione a metano, recuperatori di calore, impianti di abbattimento fumi e depuratori. Per la nobilitazione e il finissaggio, affidati a Texcene e al suo impegno nei confronti dell’ambiente e del benessere, senza fare compromessi con la qualità della lavorazione.